" Chiamate il mondo, vi prego, “la valle del fare anima” e allora scoprirete qual è la sua utilità. ... Possono esistere milioni di intelligenze o scintille della divinità, ma esse non sono anime fino a quando non acquisiscono identità, fino a quando ognuna non è personalmente se stessa…» "
John Keats
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Nascita di Venere, 1485
Sandro Botticelli
Gallerie degli Uffizi, Firenze
Sandro Botticelli
Gallerie degli Uffizi, Firenze
Interpretazione Dipinto
L'opera nasconde un'allegoria neoplatonica basata sul concetto di amore come energia vivificatrice, come forza motrice della natura.
Sicuramente la nudità della dea non rappresentava per i contemporanei una pagana esaltazione della bellezza femminile, ma piuttosto il concetto di Humanitas, intesa come bellezza spirituale che rappresenta la purezza, la semplicità e la nobiltà dell'anima.
Non a caso è stato fatto un parallelismo tra Venere e l'anima cristiana, che nasce dalle acque del battesimo. Sarebbe dunque un'allegoria dell'amore inteso come forza motrice della Natura e la figura della dea e la posa di Venus pudica (ossia mentre copre la sua nudità con le mani ed i lunghi capelli rossi) rappresenterebbe la personificazione della Venere celeste, simbolo di purezza, semplicità e bellezza disadorna dell'anima.
da Wikipedia
( condivisione dal sito web " DanielaScarel.com )
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