ArteInMovimento by Daniela Scarel

ArteInMovimento by Daniela Scarel
Agostino Arrivabene, Artista - " Io imparo a vedere. Non so perché tutto penetra in me più profondo e non rimane là dove, prima, sempre aveva fine e svaniva. Ho un luogo interno che non conoscevo. Ora tutto va a finire là. Non so che cosa vi accada.“ Rainer Maria Rilke

venerdì 27 ottobre 2023

Franco Arminio poesia dal libro "Sacro Minore "

" Il pomeriggio di Chiara "

Luigi Gatti, Artista
Pittore e Cartoonist per la rivista Linus 

***

" Sacro che siamo stati bambini
e in quei giorni
nascevano e morivano
serpenti e farfalle
e noi crescevamo,
crescevamo senza fermarci mai. "

Franco Arminio dal libro " Sacro Minore " 
vince la XXXV edizione del Premio Letterario Camaiore
Einaudi editore



giovedì 26 ottobre 2023

Francesco Belluomini " Vecchie Navi " poesia dal libro - Occhi di Gubìa


 
" Gemono vecchie navi nel dolente
attracco del disarmo; inalberati
scafi nell'abbandono della ruggine,
in assente pietà di demolirle.
Al fondo delle darsene portuali
alcune per parvenza di servizio
offrono per appoggio le murate
ad altre d'efficiente cabotaggio. "

Francesco Belluomini
" Vecchie Navi " poesia dal libro - Occhi di Gubìa -
LietoColle Editore
Collana Aretusa

Ministero della Cultura
Comune di Camaiore
Comune di Lucca
Comune di Viareggio
Regione Toscana
Regione Emilia-Romagna

***
Foto di Sofia Nardacchione ( Giornalista )
dal Blog: IrpiMedia
- Navi perdute. Il cimitero nel porto di Ravenna -

mercoledì 18 ottobre 2023

Christer Karlstad " Anemoia " olio su tela 2020 - Poesia di Fernanda Ferraresso


" Anemoia " olio su tela 2020
Christer Karlstad
***

" guarda
guarda bene
l’erba non è verde
nelle sue vene ci sono le dita azzurre del cielo
che l’ha cercata finché era un seme
e poi l’ha sollevata dal buio della terra
per farne dello spazio il prato che vedi
e tra le radici delle tue impronte
disegna i passi dei tuoi movimenti
un arco di luce e una freccia d’ombra
li lancia nei tuoi occhi
donandoti lieve e potente
una scrittura delle tenebre
linguaggio e lingua che sconfina
dentro di te un incantesimo
e intimo l'altrove
si fa favola di questo giorno
vertiginosa smisurata
immagine che ogni parola proietta
sul fuoco di uno schermo in cui del volo
dona un assetto prodigioso
tra radici d'aria e un cuore esplosivo
popolato dal magma
oro e genesi di una continua nascita
tutto ciò che cade e decade
cedendo il suo niente al sole di altri rami
in getti quotidiani di essere
paese e anima della terra
paesaggio del passaggio
nel perfetto verbo di un silenzio
dove nessuno mai nessuno è un luogo
definitivamente conosciuto " 

Fernanda Ferraresso
LA VITA COPIATA - un uccellino me lo ha detto

lunedì 16 ottobre 2023

Onishi Setsuko Yamazaki " L' uomo interiore "



" Il cuore dell'anima

 Non indosso niente
Non ho bisogno di niente

Basta essere riempiti "

***

 " L'uomo interiore "
Pittura ad olio / tela
2018

Onishi Setsuko Yamazaki

sabato 14 ottobre 2023

Luigi Ferrario














" è una pietra sacra il nostro viso
che mollemente si configura
inciso dalla luce e dall'ombra
e volto al tempo lo sguardo lo plasma
avvolgendolo di nebbia
graffiandolo coi geli e le escoriazioni
delle emozioni
ma servirebbe
almeno una volta sapere
che sogniamo di sognare
e ogni trasfigurazione
è solo una velatura sull'acqua
un'increspatura che la vista trascura
credendo nella maschera che ogni nostra storia
disegna nel labirinto della nostra solitudine."

Fernanda Ferraresso
SCRIVERE IL GRANDE VETRO

***

Luigi Ferrario
Artista, Scrittore e Studioso Vinciano


   ( condivisione dal sito web " DanielaScarel.com ) pubblicazione delle immagini e informazioni, autorizzata dall'artista.

lunedì 9 ottobre 2023

Fernanda Ferraresso " Scrivere il Grande Vetro " - Carla Bedini, Artista

 




" in questo corpo da lavoro
cerco di descrivere l'arazzo del cuore
una collezione di anime
una storia di morti e nascituri
un giardino ideale
un paradiso in questo orto di terra
e lacrime che sono la pioggia delle nostre nuvole
parole di nebbia con cui non vediamo
dentro i nostri desideri e le paure
i millebaci fioriti sul viso in disegni di libellule
mentre le mani agitano i pollini
dei mille segreti che sussurriamo al vento
le leggende del passato che ancora sono il nostro presente
e vivono nell'essenza di ogni petalo dei sensi
non c'è schema che non sia scherma
con cui il cuore salva il suo e nostro mistero
una galassia e una matassa vorticosa di energia
e non una emozione gli basta
non sono semplici meccanismi per lui i sentimenti
e per questo azzarda la rincorsa fino a perdita di fiato
fino a perderci anche la vita
perché sta in quella passione
tutto il colore di ogni attimo imperdibile "

" SCRIVERE IL GRANDE VETRO. "
Fernanda Ferraresso

***

Carla Bedini, Artista 
" La mia anima è vento "

( condivisione dal sito web " DanielaScarel.com ) pubblicazione delle immagini e informazioni, autorizzata dall'artista.

Carla Bedini " Un sacco nero non basta "


 
" [....] era tutto perfetto, doveva essere tutto perfetto.La cucina, il letto, gli asciugamani.
Tutto in ordine.
Anche lui adesso era in ordine: in ordine sparso, ma sempre ordine era. [...] " 

" Un sacco nero non basta

Carla Bedini, Artista 

Fernanda Ferraresso " sorridere se si può " - Carla Bedini, Artista

 



sorridere se si può

tra giorni di vento e amori claudicanti che come cani
abbaiano ai merli che saltano ai piccioni che tubano
e strappano l’aria masticandosi un osso
ridere se è possibile di ogni smarrimento perché persi siamo in un velodromo
del cosmo e poco importa se abbiamo vesti logore e poche ore nella bocca
soli abitati per il tempo di un guasto mentre il corpo disarciona se stesso
in cui qualcosa decise di cambiare forma prendendone uno sfitto a prestito
il futuro non esiste se non come parola in questi paesi gessi di poesia
perché tutto è già qui sistemato nelle ardesie della vita
dove le nostre si fa per dire nostre
sono appostate tra la fine e l’inizio
del mondo in un ultraterreno salto
dentro quel fagocitante luogo che è lo stesso
l’essere di volta in volta uomo foglia bestia o tramonto
nella medesima antica
galleria del vento
dove piove la medesima acqua."

Fernanda Ferraresso

***

Carla Bedini, Artista


 ( condivisione dal sito web " DanielaScarel.com ) pubblicazione delle immagini e informazioni, autorizzata dall'artista.

domenica 8 ottobre 2023

Giuseppe Giusti - Versi editi ed inediti (1852) Nell’occasione che fu scoperto a Firenze il vero ritratto di Dante fatto da Giotto





"Qual grazia a noi ti mostra,
      O prima gloria italica, per cui
      Mostrò ciò che potea la lingua nostra?
      Come degnasti di volgerti a nui
      Dal punto ove s'acqueta ogni desio?
      Tanto il loco natio
      Nel cor ti sta, che di tornar t'è caro
      Ancor nel mondo senza fine amaro?

Ma da seggio immortale
      Ben puoi rieder quaggiù dove si piange;
      Tu sei fatto da Dio, sua mercè, racconto,
      Che la nostra miseria non ti tange.
      Soluto hai nelle menti un dubbio grave,
      E quel desio soave
      Che lungamente n’ha tenuto in fama,
      Di mirar gli occhi tuoi senza velame.

Nel mirabile aspetto
      Arde e sfavilla un non so che divino
      Che a noi ti rende nel vero concetto:
      A te dinanzi, come il pellegrino
      Nel tempio del suo voto rimirando,
      Tacito sospirando,
      Sento l'anima mia che tutta lieta
      Mi dice: o che non parli al tuo Poeta?

Diffusa una serena
      Mestizia arde per gli occhi e per le gene,
      E grave il guardo e vivido balena
      Come a tanto intelletto si conviene;
      E nello specchio della fronte austera,
      Qual sole in acqua mera,
      Splende l'ingegno e l'anima, sicura
      Sotto l’usbergo del sentirsi pura.

Tal nella vita nuova
      Fosti, e benigne stelle ti levaro
      Di cortesia, d'ingegno in bella prova,
      E di valor, che allora ivan del paro.
      Così poi ti lasciò la tua diletta,
      La bella giovinetta,
      Nella selvaggia selvaggia incerto e solo,
      Armandoti le penne a tanto volo.

Così fermo e virile
      Frenar tentasti il tuo popolo ingiusto;
      Così, cacciato poi del bello ovile,
      Mendicasti la vita a frusto a frusto,
      Ben tetragono ai colpi di ventura;
      E della tua sciagura
      Virtù ti crebbe, e potè meglio il verso
      Descrivere fondo a tutto l’Universo.

Solingo e senza parte
      Librasti in equa lance il bene e il male,
      E nell’angusto circolo dell’arte
      Vieni in libero ciel spiegasti l'ale.
      Novella Musa ti mostrava l'Orse,
      E fino a Dio ti scôrse
      Per lo gran mar dell’essere l’antenna,
      Che non raggiunse mai la lingua né la penna.

Sempre più c'innamora
      La tua visione che poggia a tanta altezza:
      Nessuna la vide tante volte ancora,
      Che non trovasse in lei nuova bellezza.
      Ben gusta il frutto della nuova pianta
      Chi la sa tutta quanti;
      In lei si specchia cui di ben far giova,
      Per esempio di lei Beltà si prova.

Forse intera non vedo
      La bellezza ch'io dico, e si trasmoda
      Non pur di là da noi; ma certo io credo
      Che solo il suo Fattor tutta la goda.
      E così cela lei l'essere profonda:
      E l'occhio che per l'onda
      Di lei s’immerge prova il suo valore;
      Tanto si dà quanto trova d'ardore.

Per mille penne è torta
      La sua sentenza; e chi là entro pesca,
      Per gran sete d’attingere vi porta
      Ambagi e sogni onde i semplici invesca.
      Uno la fuga, un altro la coarta,
      O va di carta in carta
      Tessendo enimmi, e sforza la scrittura
      D’un tempo che delira alla misura.

Per arte e per inganno
      Di tal cui sol diletta il pappo e il dindi,
      Mille siffatte favole per anno
      Di cattedra si gridan quinci e quindi:
      O di te stessa guida e fondamento,
      Ai pasciuti di vento
      Dirai che indarno da riva si parte
      Chi cerca per lo vero e non ha l’arte.

Ben v’ha chi sente il danno,
      E chi si stringe a te, ma son sì pochi
      Che le cappe forniscono poco panno:
      Padre, perdona agl'intelletti fiochi,
      Se tardo orecchio ancor non ha sentito
      Tuo nobile ruggito;
      Se fraude spiuma, se iattanza veste
      D'ali di struzzo l'aquila celeste.

Io, che laudarti intendo
      Veracemente, con ardito innesto,
      Tremando all'opra e diffidando, prendo
      La tua loquela a farti manifesto.
      Se troppa libertà m’allarga il freno,
      Il dir non mi vien meno:
      Lascia ch’io venga in piccioletta barca
      Dietro il tuo legno che cantando varca.

Maestro, o Signore,
      O degli altri poeti onore e lume,
      Vagliami il lungo studio e il grande amore
      Che m’han fatto cercar lo tuo volume.
      Io ho veduto quel che s'io ridico,
      Del ver libero amico,
      Da molti mi verrà noia e rampogna,
      O per la propria o per l’altrui vergogna.

Tantalo a lauta mensa
      D’ogni saper, vegg’io scarno e digiuno,
      Che scede e prosa e poesia dispensa,
      E scrivendo non è nè due nè uno.
      Oimè, Filosofla, come ti muti,
      Se per viltà rifiuti
      De' padri nostri il senno, e mostri a dito
      Il settentrional povero sito!

Qui l'asino s'indraca
Stolidamente, e con delirio alterno
Vista la greppia poi raglia, si placa,
E muta basto dalla stata al verno.
Libertà va gridando ch’è sì cara
Ciurma oziosa, ignara,
E chi per barattare ha l’occhio aguzzo;
Nè basta Giuda a sostenerne il pugno.

L’antica gloria è spenta,
E le terre d’Italia tutte piene
Son di tiranni, e un martire doventa
Ogni villan che parteggiando viene.
Pasciuto in vita di rimorsi e d’onte,
Dai gioghi di Piemonte,
E per l’antiche e per le nuove offense
Caina attende chi vita ci spense.
Oggi mutata al certo
La mente tua s’adira e si compiagne
Che il Giardin dell’Imperio abbia sofferto
Cesare armato con l’unghie grifagne.
La mala signoria che tutti accora
Vedi come divora
E la lombarda e la veneta gente,
E Modena con Parma n’è dolente.

Volge e rinnova membre
Fiorenza, e larve di virtù profila
Mai colorando, che a mezzo novembre
Non giunge quello che d’ottobre fila.
Qual è de’ figli suoi che in onor l’ama,
A gente senza fama
Soggiace, e i vermi di Giustinïano
Hanno fatto il suo fior sudicio e vano.

Basso e feccioso sgorga
Nel Serchio il bulicame di Borbone,
E in quel corno d’Ausonia che s’imborga
Di Bari, di Gaeta e di Crotone;
E la bella Trinacrï a consuma,
Che là dov’arde e fuma
Dall’alto monte vede ad ora ad ora
Messo Palermo a gridar — mora, mora!

Al basso della ruota
La vendetta di Dio volge la chierca:
La gente che dovrebbe esser devota,
Là dove Cristo tutto dì si merca,
Puttaneggiar co’ regi al mondo è vista;
Che di farla più trista
In dubbio avidi stanno, e l’assicura
Di fede invece la comun paura.

Del par colla papale
Già l’ottomanna tirannia si sciolse,
Là dove Gabriello aperse l’ale,
E dove Costantin l’aquila volse.
Forse Roma, Sionne e Nazarette,
E l’altre parti elette,
Il gran decreto, che da sè è vero,
Libere a un tempo vuol dall’adultero.

Europa, Africa è vaga
Della doppia ruina; e le sta sopra
Il Barbaro, venendo da tal plaga
Che tutto giorno d’Elice si cuopra,
E l’angla nave all’orïente accenna:
Ma, lenta, della Senna
Turba con rete le volubili acque
La Volpe che mal regna e che mal nacque,

E palpitando tiene
L’occhio per mille frodi esercitato
All’opposito scoglio di Pirene
Delle libere fiamme inghirlandato,
Temendo sempre alle propinque ville
Non volin le faville
Di spenta libertà sopra i vestigi,
E d’uno stesso incendio arda Parigi.

Ma del corporeo velo
Scarco, e da tutte queste cose sciolto,
Con Beatrice tua suso nel Cielo
Cotanto glorïosamente accolto,
La vita intera d’amore e di pace
Del secolo verace
Ti svia di questa nostra inferma e vile;
Sì è dolce miracolo e gentile.

E beato mirando
Nel volume lassù triplice ed uno,
Ove si appunta ogni ubi ed ogni quando,
U’ non si muta mai bianco nè bruno,
Sai che per via d’affanni e di ruine
Nostre terre latine
Rinnoverà, come piante novelle,
L’Amor che muove il Sole e l’altre stelle. "

Giuseppe Giusti - Versi editi ed inediti (1852)
Nell’occasione che fu scoperto a Firenze il vero ritratto di Dante fatto da Giotto
Firenze, Felice Le Monnier, 1852

***

Il più antico ritratto di Dante Alighieri, realizzato da Giotto e dalla sua bottega tra il 1321, anno della morte del poeta, e il 1337.

Musei del Bargello 

Dino Campana Canti orfici, 1913 " Giardino Autunnale " (Firenze)



" Al giardino spettrale al lauro muto
De le verdi ghirlande
A la terra autunnale
Un ultimo saluto!
A l'aride pendici
Aspre arrossate nell'estremo sole
Confusa di rumori
Rauchi grida la lontana vita:
Grida al morente sole
Che insanguina le aiole.
S'intende una fanfara
Che straziante sale: il fiume spare
Ne le arene dorate: nel silenzio
Stanno le bianche statue a capo i ponti
Volte: e le cose già non sono più.
E dal fondo silenzio come un coro
Tenero e grandioso
Sorge ed anela in alto al mio balcone:
E in aroma d'alloro,
In aroma d'alloro acre languente,
Tra le statue immortali nel tramonto
Ella m'appar, presente. "

Dino Campana
Canti orfici, 1913
" Giardino Autunnale " (Firenze)

***

Il Giardino di Boboli è un parco storico della città di Firenze che fu aperto al pubblico nel 1766. Progettato originariamente per i Medici , rappresenta uno dei primi e più importanti esempi di giardino all'italiana , che in seguito servì da ispirazione per molte corti europee. L'ampia area verde è un vero e proprio museo a cielo aperto con statue di vari stili ed epoche, antiche e rinascimentali che sono distribuite in tutto il giardino. Presenta inoltre grandi fontane e grotte, tra cui la splendida Grotta del Buontalenti realizzata dall'artista, architetto e scultore Bernardo Buontalenti tra il 1536 e il 1608.

 

Leonora Carrington " Il latte dei sogni "







" Il figlio dell'avvocato "

Jeremy era figlio di un avvocato.
Gli piaceva fare dei buchetti nel divano.
Sembravano piccole bocche.
Jeremy imboccava i buchetti.
Gli dava pane e burro, pancetta, spinaci e
tramezzini.
I buchi somigliavano sempre più a delle
bocche. Si fecero crescere i denti per
poter masticare.
Un giorno Jeremy dimenticò di dare la cena
ai buchi.
Uno di loro si arrabbiò e morse l'avvocato
mentre era seduto a leggere il giornale.
" Attenti a voi " disse l'avvocato, e fece cucire
le bocche dei buchi così che ora
potevano dire solo
" Mmmmmmmmmmmmm ".
Jeremy allora fece un buchino piccolo piccolo
sotto al divano e ci infilò dentro
le vitamine.
Il divano dimagrì molto, ma gli crebbero le gambe.
Non ci si può sedere nessuno.
Solo il mattto con le ali.
Né può essere pulito, è troppo alto.


Titolo originale
" The Milk of Dreams "
Leonora Carrington


Traduzione di Livia Signorini
Adelphi Edizioni

Peter Handke " Quando il Bambino era Bambino " - Claudia Giraudo, Artista








 Claudia Giraudo, Artista 

***

" Quando il bambino era bambino,

se ne andava a braccia appese.
Voleva che il ruscello fosse un fiume,
il fiume un torrente;
e questa pozza, il mare.
Quando il bambino era bambino,
non sapeva d'essere un bambino.
Per lui tutto aveva un'anima, e tutte le anime erano tutt'uno. "


Peter Handke
" Quando il Bambino era Bambino " 


John Keats - * Nascita di Venere di Sandro Botticelli *

 



 
" Chiamate il mondo, vi prego, “la valle del fare anima” e allora scoprirete qual è la sua utilità. ... Possono esistere milioni di intelligenze o scintille della divinità, ma esse non sono anime fino a quando non acquisiscono identità, fino a quando ognuna non è personalmente se stessa…» "

John Keats

***

 Nascita di Venere, 1485
Sandro Botticelli
Gallerie degli Uffizi, Firenze

Interpretazione Dipinto

L'opera nasconde un'allegoria neoplatonica basata sul concetto di amore come energia vivificatrice, come forza motrice della natura.
Sicuramente la nudità della dea non rappresentava per i contemporanei una pagana esaltazione della bellezza femminile, ma piuttosto il concetto di Humanitas, intesa come bellezza spirituale che rappresenta la purezza, la semplicità e la nobiltà dell'anima.
Non a caso è stato fatto un parallelismo tra Venere e l'anima cristiana, che nasce dalle acque del battesimo. Sarebbe dunque un'allegoria dell'amore inteso come forza motrice della Natura e la figura della dea e la posa di Venus pudica (ossia mentre copre la sua nudità con le mani ed i lunghi capelli rossi) rappresenterebbe la personificazione della Venere celeste, simbolo di purezza, semplicità e bellezza disadorna dell'anima. 


da Wikipedia

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Giovanni Balderi




" Ogni blocco ha dentro di sé la tua anima,
la possiede,
la imprigiona,
la libera.
Puoi solo scriverla nel tuo tempo,
per farne un'eco, che se sostenuto dalle mani del mondo,
feconderà gli occhi che ancora non vedono,
che emozionerà cuori,
che ancora non battono...
Puoi così sopravvivere,
nel cuore
e nell'Anima del mondo,
semplicemente danzando,
sopra una spiaggia di Marmo. "

Giovanni Balderi, Artista

   ( condivisione dal sito web " DanielaScarel.com ) pubblicazione delle immagini e informazioni, autorizzata dall'artista.

Giuseppe Agnello catalogo " Come Pietre nel Paesaggio "

  " Prometeo per i dolori dei colpi di becco si addossò sempre di più alla roccia fino a diventare una sola cosa con essa. " Franz...